Monte Colma

GRUPPO SENIOR INTERSEZIONALE
BORDIGHERA – IMPERIA – SANREMO

MONTE COLMA (Sanremo)
Giovedì 24 giugno 2021

Il giorno di San Giovanni pochi, ma buoni, escursionisti “diversamente giovani” si sono ritrovati all’autostazione dei pullman di piazza Colombo a Sanremo, capitanati dall’infaticabile Sonia Zanella.
Sullo stesso piazzale siamo così saliti su un piccolo autobus con destinazione Verezzo  – Sant’Antonio,  graziosa chiesetta situata al capolinea del curvoso percorso.
Ad aspettarci l’architetto Lorenzelli (Istituto Studi Liguri – Sezione di Sanremo) che nel 1969 aveva diretto una spedizione archeologica in zona, dove era stato individuato un insediamento d’altura.
L’architetto ci spiega che la valle che vediamo, affacciata sul mare, ospitava una borgata medievale, caratterizzata dalle coltivazioni terrazzate di cereali, molto ricca di acqua, e ci ricorda anche il fatto che proprio Verezzo riforniva di verdure il paese di Sanremo (famose rimangono le “donnette di Verezzo” che scendevano al mare con le loro sporte cariche di prodotti locali).
Da questo punto panoramico, a quota 323 metri, proseguiamo su mulattiera fino al Monte Colma, meta della nostra gita, che si eleva a ben 649 metri di altezza, con una bella prospettiva sul mare e sui bei declivi circostanti: il crinale M. Neveia – M. Merlo ad est, il M. Bignone a nord, il crinale M. Caggio – M. Carparo ad ovest.
A questo punto l’architetto Lorenzelli  ci illustra con preziosa cognizione di causa – visto che vi ha partecipato direttamente – gli scavi della spedizione archeologica del 1969, dove in sommità al Colma venne individuato un insediamento d’altura, abitato dalla popolazione degli Ingauni. Questi si erano organizzati nei cosiddetti castellari, ossia piccoli villaggi indipendenti, risalenti alla seconda età del ferro (V secolo  a.C.), di cui nella zona circostante sono stati individuati circa 300 siti.
La campagna archeologica sul Monte Colma ha riguardato un’area fortificata del perimetro di un centinaio di metri, dove gli scavi – ora coperti – avevano individuato delle costruzioni a due piani: il pianterreno era destinato agli animali, mentre le famiglie occupavano il primo piano. Da notare che  sono state rinvenute ossa di bovini, ma di taglia più piccola rispetto a quelli che conosciamo oggi. Si è  scoperto che gli abitanti dei castellari, oltre che allevatori, erano anche coltivatori di cereali, mentre non sono state trovate tracce di coltivazioni vitivinicole.
Le costruzioni erano realizzate con pietre a secco e l’approvvigionamento idrico era ottenuto grazie ad un piccolo pozzo, oltre che da cisterne riempite dall’acqua piovana. Il sito venne abbandonato a causa di un violento incendio, le cui tracce sono state chiaramente individuate durante i lavori di scavo.
L’abitato di Monte Colma viene fatto risalire al VI-V secolo a.C. I manufatti qui rinvenuti, ora conservati nel Museo Civico di Sanremo, erano realizzati con una ceramica grezza, di colore scuro, la cosiddetta ceramica massaliota, provenienti dalla colonia greca di Marsiglia, in quanto gli abitanti dei castellari avevano contatto con i Greci che costeggiavano il litorale.
Bisogna ricordare che gli abitanti dei castellari diedero parecchio filo da torcere ai conquistatori romani, realtà testimoniata anche nelle pagine dello storico romano Tito Livio che scrive di munitorum castellorum che opposero una fiera resistenza fino alla definitiva conquista della Liguria – in particolare con la sconfitta dei valorosi Liguri alpini – nel 162 a.C. da parte dei Romani.
Dopo questo interessantissimo intermezzo, raccontatoci direttamente da uno dei protagonisti, riprendiamo la nostra escursione, con alterni saliscendi su agevole sentiero per arrivare ad una piccola radura dove consumiamo il pranzo al sacco.
Passato Pian dei Bosi a quota 300 metri, raggiungiamo la borgata San Martino e da qui, dopo un tratto a  piedi lungo la ciclabile, ritroviamo il traffico sanremese e raggiungiamo l’autostazione di piazza Colombo, dove ognuno guadagna casa con i propri mezzi, soddisfatto di questa bella esperienza in cui la conoscenza storica del territorio ha potuto integrarsi con la parte escursionistica.

Accoppiata vincente, assolutamente da ripetere in altre gite!

Maria Angela Toja   (Margi)