STORIA DELLA SEZIONE

(Fonte: “Note del cinquantennio 1945-1995. Storia della Sezione”. A cura di Luigi Ferrari)

Il C.A.I. sanremese, fin dall’inizio della sua costituzione come sottosezione del CAI imperiese – anno 1925, contribuisce efficacemente allo sviluppo dell’attività alpinistica in questo estremo lembo di Liguria. I suoi “pionieri” negli anni ’20 e ’30 fanno grandi cose in montagna, suscitando un reale interesse verso questa nuova dimensione sportiva e naturalistica insieme. L’anima di questo gruppo è l’avv. Bartolomeo Asquasciati, all’epoca già alpinista famoso. Si ha ragione di credere che prima di allora non vi fosse una diffusa propensione per la cultura alpina nella comunità sanremese: alcune pubblicazioni contribuirono alla formazione di una più precisa conoscenza della montagna, ma di attività alpinistica di una certa consistenza ed organicità prima di allora non si può ancora parlare, fatta eccezione appunto per l’Asquasciati.

L’avv. Carlo Bensa fu il primo presidente della sottosezione sanremese;  Nuccio Bigio ne sarà l’ultimo, trovandosi in carica allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Nell’anno 1945, a guerra finita, sono ancora i soci “storici” a conferire impulso e ad offrire la necessaria esperienza al sodalizio che, per volontà collettiva dell’assemblea tenutasi il  21 ottobre 1945 nonché approvazione della presidenza del C.A.I. centrale l’8 novembre 1945, diventerà sezione autonoma con la denominazione di Club Alpino Italiano, sezione Alpi Liguri – Sanremo. L’ufficialità della nascita fu volutamente semplice e il battesimo  suggestivo: lo si volle in cima al Monte Bignone, madrina la leggendaria signorina Duval.

Nel 1992 in forza di una rinnovata generale regolamentazione dei rapporti e dell’ autonomia sezionale voluta dal  C.A.I. centrale, la sezione adotta un nuovo statuto e una nuova forma giuridica, assumendo il nome di Club Alpino Italiano, Sezione di Sanremo.

Nel 2010 la sezione organizza la settimana internazionale UIAA di alpinismo giovanile.

Nel 2012 si effettua il gemellaggio con il Club Alpin Monégasque e la sezione organizza l’assemblea dei delegati LPV.

Nel 2013 il giovane Andrea Iaria e il titolato Antonio Santeusanio partecipano alla spedizione nazionale di alpinismo giovanile che ha raggiunto la vetta del Monte Ararat (m. 5137) in occasione dei 150 anni dalla fondazione del Cai.

Nel 2015 la sezione organizza l’assemblea nazionale dei delegati.

LA SEDE SOCIALE E IL RIFUGIO

L’originaria sede di Piazza Colombo, che era adiacente al mercato dei fiori (dove ora c’è la stazione delle autolinee), al tribunale ed alle scuole secondarie, a seguito della guerra fu distrutta insieme a  tutto il complesso edificio. Venne per due anni “ospitata” nella bottega Salesi di via Roma, finché il 18 settembre 1947 si allestì una sistemazione in un piccolo locale, invero uno scantinato accanto al vano motore dell’ascensore di un palazzo di via Matteotti, di fronte alla Banca Commerciale Italiana. Quantunque angusta, questa sede consentiva un’attività di scambio sociale molto animata: segreteria, sala, biblioteca, tutto festosamente in pochissimi metri quadrati.

Dopo molti anni, nel 1976 il C.A.I. sanremese potè traslocare occupando locali di un appartamento di via Palazzo, sopra l’ex istituto Almerini. Circa nove anni dopo venne reperita una sede ancor più accogliente, l’attuale di piazza Cassini, che il Comune ha dato in concessione alla nostra sezione.

Lo storico rifugio alpino di Passo Garlenda venne inaugurato nel 1931, ma la guerra e i danni conseguenti subiti ne determinarono l’abbandono. Nell’anno 1950 la sezione acquistò dal Sig. Pietro Toscano in regione Valletta della Punta (Triora) c.a 200 mq di terreno e ivi costruì nello stesso anno, grazie al finanzimento di un milione di lire concesso dal Comune di Sanremo, il proprio rifugio alpino, originariamente ad un piano. Successivi interventi manutentori e di miglioramento strutturale hanno portato la costruzione ai due piani attuali, con capienza di 25 posti letto.

L’ATTIVITA’ ALPINISTICA

E’ praticata già negli albori della vita sezionale, da un gruppo di soci a ben vedere esiguo ma molto aggregato. Si realizzarono ascensioni alpinistiche di alto livello nel gruppo del Bianco dove, oltre alla vetta lungo diverse vie di salita, vennero scalate l’Aiguille Noire de Peuterey, le Grandes Jorasses, il Dente del Gigante, il Grepon, il Cervino, il Gran Paradiso e molte cime nelle Alpi Giulie.

Sulle Marittime e le Liguri si aprirono nuove vie. Bartolomeo Asquasciati sale nel 1919 sul Corno Stella, primo italiano, con la guida Andrea Ghigo. Davvero prestigiosa l’ ascensione, ottava in assoluto e prima italiana senza guida, al Monte Bianco per la celebre via della Sentinella Rossa compiuta da Romeo Salesi e Nuccio Bigio nel 1937. Poco prima, il socio Nello Pasquali salì, in solitaria, il Cervino per la via Italiana.

Un apporto del tutto nuovo, per quei tempi, e audace venne dato dalla partecipazione femminile di un certo impegno nello sci e nell’ alpinismo; significative le cordate esclusive di Pierina Bigio, Rina Baratta e Raffaella Jacchini. Raimondo Siccardi può essere considerato “il ponte” generazionale tra questo primo gruppo di pionieri e quelli a seguire.

L’alpinismo nuovo viene fuori negli anni 60 ad opera di una seconda generazione di giovani alpinisti, in  parte eredi diretti dei precedenti: Bruno Salesi, Gianni Salesi e Vittorio Bigio e poi Gianni Carbone iniziano a compiere autentici exploit e attirano altri giovani a cimentarsi nella disciplina alpinistica. L’alpinismo che  si sviluppa negli anni ‘60 traccia percorsi di tutto rispetto: oltre venti ascensioni e dieci prime invernali, in buona parte sulle Marittime, sulle Alpi del Vallese e nel gruppo del Rosa.

Tanti bravi alpinisti  si distinguono per la continuità e l’impegno fino agli anni 90: un elenco lungo e significativo, che il libro delle ascensioni ben testimonia.

DALLO SCI ALLO SCIALPINISMO

Lo sci sezionale si caratterizza in misura rilevante già nell’immediato dopoguerra. Il Monte Bignone è la sede iniziale di raduni, in quanto in allora c’era neve ogni anno (almeno 20 cm), la funivia Sanremo – Monte Bignone funzionava e  trasportava tanta gente che poteva così sciare veramente a due passi dal mare. In quei primissimi anni si effettuò addirittura una gara di slalom a livello nazionale, vinta dallo Sci Club di Bardonecchia.

Negli anni 50 vennero organizzati i pullman festivi della neve (divenuti una tradizione), dapprima per raggiungere Monesi quindi Limone Piemonte. Dalle gite sciistiche al rifugio Sanremo e Saccarello e da Triora verso Passo Garlenda e il Frontè si passa ad ascensioni su tutto l’arco alpino.L’attività sezionale si sviluppa per l’esperienza che cresce, ma anche per le facilitazioni che la migliorata rete viaria e i mezzi di comunicazione, via via più numerosi, forniscono.

Allo scopo di meglio coordinare l’attività agonistica, nel 1957 un gruppo di soci fonda lo Sci C.A.I. Sanremo, affiliato F.I.S.I., che in allora svilupòo interesse e buona promozionalità. Per la preparazione dei giovani venne poi promosso un corso annuale di sci, inizialmente a Monesi, poi realizzato a Limone, anche con formazione per lo sci fuori pista, propedeutica allo sviluppo dello scialpinismo. Nel 1978 l’attivazione di corsi di scialpinismo presso la scuola intersezionale “Raimondo Siccardi” promuoverà efficacemente tale pratica presso i nostri soci.

LA SCUOLA DI ALPINISMO E DI SCIALPINISMO

Gia a metà degli anni sessanta il CAI Imperia e Sanremo avevano messo su corsi teorico-pratici di alpinismo nelle palestre di Cap d’Ail e Baou St. Jeannet. Alla fine del 1972 vengono attivati, questa volta con le sezioni di Bordighera e Ventimiglia, corsi intersezionali di introduzione all’alpinismo.

Nel 1975, sempre in abbinata alle sezioni di Ventimiglia e Bordighera, è costituita, riconosciuta ufficialmente dal CAI centrale, la “Scuola Raimondo Siccardi” e con il 1976 hanno inizio i corsi di alpinismo, molto partecipati. Dal 1976 al 1981 questi si tennero a cadenza annuale, dal 1985 biennale, alternandosi con i corsi di scialpinismo, come ancora avviene.

Nel 1984 venne formulato un nuovo regolamentto della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo ”R.Siccardi”, nell’ottica del miglior conseguimento dei fini istituzionali del sodalizio e per la conformità alla normativa nazionale predisposta dalla sede centrale CAI. Suoi organi decisionali sono la Commissione (con rappresentanti delle tre sezioni CAI) e i Direttori dei corsi.

LA SPELEOLOGIA

L’anno 1955 può essere considerato quello di nascita del primo nucleo di soci che darà origine al Gruppo Speleologico CAI – Sanremo. Le esplorazioni, in una prima fase di attività durata sino inizio anni sessanta, vennero effettuate in genere nella grotta della Melosa, nella tana della Giachera, alla tana Bertrand e Sgarba e alle Arene Candide nel finalese.

Un secondo periodo della speleologia sanremese inizia nel 1989 quando il 14 maggio nella grotta Arma-Pollera (SV) si costituisce lo Speleo Club CAI Sanremo, gruppo tuttora attivo.

IL TORRENTISMO

Questa attività che nella sua forma “moderna” appare in Italia a metà anni 80’ sulla scia di quello che già stava avvenendo in Francia e Spagna, attecchisce nel CAI Sanremo nei primi anni 90’ quando alcuni soci del neonato Speleo Club CAI Sanremo si incuriosirono a tale disciplina. In pochi anni l’interesse divenne esponenziale, complice la bellezza dei luoghi e la componente ludica di questa attività nonché la fortuna di trovarsi a breve distanza da due gioielli della natura come La Maglia a Breil ed Torrente Barbaira a Rocchetta Nervina. La vicina Provenza, ricca di numerosi  interessanti percorsi torrentistici, è stato il terreno di gioco grazie al quale maturare una buona esperienza.

La Sezione ha organizzato uno dei primi corsi nazionali di torrentismo nel 1998 e ha continuato nella promozione della disciplina, impegnandosi in corsi sia di livello locale che di interesse superiore.

L’ ESCURSIONISMO 

L’escursionismo può essere potenzialmente praticato da tutti. Ma nei primi anni di vita della sezione si distingueva per i percorsi lunghissimi che richiedevano più giorni di marcia, data l’impraticabilità con automezzi di alcune carrarecce militari in quota e la scarsità dei mezzi di trasporto.

Con gli anni, causa anche l’abbandono delle pratiche forestali e agro-pastorali, l’accresciuta copertura  del manto boschivo ed arbustivo venne a nascondere sentieri e tracciati in specie nella parte medio- bassa delle nostre montagne, rendendo molto difficoltosa, in tale ambito, l’attività escursionistica.

Segue un lungo periodo di presa di coscienza e di lento ma graduale recupero delle percorrenze sentieristiche, a partire dall’attivazione dell’Alta Via dei Monti Liguri negli anni settanta e ad arrivare alla istituzione, con legge regionale n.24/2009, della R.E.L. (Rete Escursionistica Ligure), con la quale si è finalmente dato un riconoscimento al valore dei percorsi sentieristici e una regolamentazione per la loro coordinata segnalazione.

LE SERATE CON I GRANDI ALPINISTI

Le serate sono state da sempre nelle abitudini sociali del CAI Sanremese a partire dal primo dopoguerra, con la proiezione di diapositive, documentari di montagna e in seguito filmati. Personalità del mondo alpinistico vennero negli anni  invitate ad animare le affollate serate ea commentare le proiezioni:

Toni Gobbi (primi anni);
Achille Compagnoni, Lino Lacedelli (1955);
Carlo Mauri (1959)
Gian Carlo Grassi (1972)
Giorgio Bertone (1974)
Reinhold Messner (1977)
Heinz Mariacher e Luisa Jovine (1990)
Kurt Diemberger, Gianni Calcagno (1995)
Riccardo Cassin (1996)
Walter Bonatti (1998)
Toni Valeruz (1999)
Nives Meroi (2007)
Alessandro Cominetti (2012)
Patrick Gabarrou (2014)